Personali.
Dal 1971 a oggi le mostre personali di François Bonjour segnano le tappe della sua ricerca: dalla prima a Campione d’Italia alle presentazioni in Svizzera e in Italia (Lugano, Locarno, Chiasso, Zurigo, St. Gallo, Milano, Torino, Venezia), spesso accompagnate da catalogo e, nel 2004, da un’antologica al Cavalier Pellanda di Biasca. Ogni personale mette a fuoco serie e materiali, carte, corde, segni, pellicole, mostrando come la materia diventi memoria e forma.
2025
The View Expo
Hotel The View - Lugano
Rassegna Stampa
2025
Other Places, Other Lives
Serene Gallery - Lugano
La mostra Other Places, Other Lives crea un dialogo inaspettato tra François Bonjour, artista ticinese di lunga data con sede a Dino, e Byron Gago, giovane artista emergente italo-ecuadoriano che ha vissuto a Lugano e ora lavora a Biel/Bienne.
François Bonjour lavora sia con opere bidimensionali che con la scultura. In tutte le sue opere degli ultimi decenni si possono trovare riferimenti all'Arte Povera, una presenza fondamentale nella sua formazione artistica. Infatti, lavora ancora con materiali che considera "la pelle delle città": corde, legno, cera e, soprattutto, carta - come quella di vecchi libri e quaderni, che incorpora non solo per la sua materialità ma anche per l'andamento ritmico delle pagine scritte. Questi materiali emanano una presenza umana, evocando vite non solo del passato ma anche proiettate verso il futuro - come i "germogli" presenti in molte sue opere, fatti di corda, che per lui simboleggiano nuova vita e rinascita. Continua la sua ricerca seriale basata sull'uso di materiali specifici.
Rassegna Stampa
2024
The Others Art Fair
Torino
Rassegna Stampa
2024
Segni e Sogni - La Cantina di Muzzano
Muzzano - Ticino
Questo nuovo appuntamento espositivo di François Bonjour è uno sguardo sulla sua produzione più recente, naturale prosecuzione di un percorso sempre sorretto dal bisogno dell'artista di rinnovare gli stimoli della propria ricerca creativa. Negli spazi di Muzzano, la mostra diventa così una preziosa opportunità per conoscere meglio questo "artista-narratore". I lavori degli ultimi anni non smentiscono la coerenza di François, anzi, sembrano ancor più efficaci nel restituirci quell'universo intenso e vibrante a cui ci ha abituati e quel suo modus operandi che sa catturare la realtà riconsegnandocela sotto forma di tracce da interpretare. Lo vediamo bene nelle opere presenti in questa rassegna, intrise come sono dell'intimo sentire dell'artista che si manifesta attraverso i mezzi espressivi da lui preservati nel tempo e sviluppati con costanza e dedizione. Seguo il lavoro di François da un po' di anni e ciò che mi ha sempre colpito di lui è la sua capacità di restare fedele a una cifra stilistica elaborata con determinazione, mai sottoposta a convenzioni, ma portata avanti nel segno della piena libertà e con la voglia di ripartire a ogni risultato raggiunto. In François infatti è molto forte il senso della ricerca, dell'indagine, del continuo andare oltre ogni obiettivo conquistato. Con gli anni ho avuto la confema di quello che in realtà avevo subito percepito di François quando ho conosciuto lui e i suoi lavori: e cioè che è un artista autentico e profondo, un artista che non si sente mai arrivato e che con smette mai di esplorare le potenzialità insite nel processo creativo. Per questo François è sempre stato un instancabile sperimentatore, capace di trasformare le sue opere in racconti in cui la realtà viene sublimata e in cui ciò che è conosciuto convive con ciò che è ignoto, misterioso. Qualche volta ho ceduto anch'io alla tentazione di cercare di etichettare la sua arte, di ricondurla a un contesto specifico. Alla fine, però, ho sempre dovuto gettare la spugna perché il percorso di François è assolutamente peculiare e autonomo. Gode di una sua precisa identità poco accostabile ad altre esperienze. Vi si possono scovare richiami all'Arte Povera, nell'utilizzo di certi materiali, o assonanze con la poesia visiva, soprattutto per la tendenza a mescolare segno verbale e segno iconico, con l'intento di creare nuovi rapporti tra parola, immagine e spazio. L'arte di François trae sì linfa vitale dal confronto e dalla meditazione su ciò che accade attorno a lui. La verità, però, è che il suo lavoro sfugge a ogni tentativo di inquadramento. François è un po' un outsider. Fin dai suoi esordi negli anni Settanta, ciò che più interessa all'artista è fare dei propri lavori piccoli racconti dell'esistenza, brani dalle trame accuratamente composte con frammenti della realtà. La sua arte risponde a una precisa poetica d'intenti. François cerca di arrivare a noi per rivelarci appieno la forza della sua visione. Riesce a caricare le sue opere di una valenza universale, a coinvolgere chi le guarda in una narrazione pregna di significati la cui comprensione permette di addentrarsi in una dimensione contemplativa ma allo stesso tempo strettamente legata al reale. Le opere di François sono luoghi in cui l'accostamento dei materiali diviene un delicato racconto di esperienze e di riflessioni da condividere. Con il suo linguaggio evocativo, genuino e talvolta ironico, l'artista allestisce universi poetici di segni e di materie, di memorie e di sentimenti. E lo fa senza mai cedere nulla di quella sua ricchezza che consiste nel saper conservare, in un mondo e in una cultura globalizzanti, la propria individualità. "Nelle mie opere c'è la mia anima", mi ha detto François pochi giorni fa, quando sono andata a casa sua per vedere la sua produzione più recente. Nei suoi lavori si incontrano segni e tracce di una vicenda interiore capace però di legarsi a quella di ogni essere umano. Per dar vita alle sue opere l'artista sceglie materiali semplici che appartengono alla quotidianità. Questi elementi vengono da lui recuperati, prelevati dalla realtà, con l'intento di conferire loro una nuova vita, di investirli di significati inediti. François ne è attratto per la loro capacità di farsi tramite del suo intimo sentire e per il valore che rivestono per l'uomo. Attenzione però, François non si accontenta di quello che gli capita tra le mani, seleziona sempre con molta cura i suoi materiali inunaginando sin da subito il loro potenziale espressivo. L'artista sembra interrogare questi materiali, come se volesse coglierne l'essenza, sviscerarne il senso più profondo. I lavori di François divengono così territori popolati da libri (incarnazioni del sapere e custodi del grande potere della parola, diventati oggi quasi una reliquia nel mondo ipertecnologico), da pagine di volumi, da ritagli di giornali e da fogli, talvolta rari e preziosi. Per questi elementi François ha una vera e propria devozione: sono elementi che nei suoi lavori costituiscono un imprescindibile punto di riferimento perché, un bravo narratore come lui lo sa bene, sanno valorizzare l'incisività di un'opera d'arte. Accanto a questi oggetti, troviamo poi lo spago, la cera rossa, il legno, la stoffa, il plexiglas, e poi corde, scotch, fili di ferro, pigmenti. Tutti materiali che vengono combinati tra loro, aggregati, mescolati e spesso accostati alla scrittura, che è parte integrante dei lavori dell'artista ormai da molti anni. Una scrittura, quella di François, che si dipana silenziosa delineando un universo segnico raffinato. François genera spazi da esplorare, spaccati di esistenza e meditazioni sul tempo. Le sue sono nitide composizioni dall'impeccabile pulizia formale. Composizioni misurate ma fortemente evocative che l'artista organizza con perizia, calibrandone bene le proporzioni affmché ogni elemento all'interno dell'opera abbia un ruolo specifico nello svolgimento del "quadro-racconto". Queste opere ci appaiono così nel loro equilibrio, nella loro leggerezza ma anche nella loro urgenza espressiva e nella loro potenza narrativa. Accanto alle carte e alle pagine sovrascritte, dipinte, graffiate o piegate dall'artista, nelle opere qui esposte troviamo altro. Il repertorio di François si arricchisce di nuovi elementi. Ci sono ad esempio le radiografie, materiali molto peculiari, questi, che in realtà possiedono già delle caratteristiche estetiche proprie, con i loro chiaroscuri, i loro sfumati. Colpisce la scelta di queste radiografie. Per i medici sono i paesaggi della malattia o della salute, loro le scrutano per formulare diagnosi, le osservano nei minimi dettagli. Per l'artista sono forme, vibrazioni d'ombre, e soprattutto sono immagini che scandagliano l'individuo sotto l'epidermide. François sembra affascinato dal loro potere di svelare i meandri dell'uomo, le regioni più recondite del suo corpo, di sviscerare ciò che l'essere umano custodisce dentro di sé. Nei lavori di François le radiografie si affiancano così a carte e pagine, accolgono fogli ripiegati, fili, spago fungendo da inedito supporto che partecipa allo stratificarsi di materia, colore e segno, espandendo e potenziando il significato dell'opera. Ci sono poi altri lavori, alcuni di più grandi dimensioni, in cui l'artista affida al filo di spago il compito di esplorare cosa si nasconde dietro alle apparenze. Questi fili si insinuano sotto carte, fogli e pigmenti percorrendo segretamente l'intera estensione della superficie dell'opera, creando nuove traiettorie e tracciando nuove vie per poi riemergere con le loro punte dipinte di rosso come fossero i semi, i germogli di nuovi racconti di vita. Origine e principio di nuove storie. Anche questi sono lavori recenti. Qui François sembra aver attuato una lenta decontaminazione dal superfluo, una graduale rinuncia a tutto ciò che non è più indispensabile alla comunicazione del suo pensiero. Affiora in maniera evidente una tensione verso l'essenzialità. Si colgono una maggiore nitidezza, una sobrietà compositiva e una leggerezza d'insieme che sanno racchiudere con delicatezza la forza del messaggio dell'artista. Sono opere più rigorose, minimaliste. Semplici ma allo stesso tempo potenti. In mostra è presente anche una scultura, emblematica della capacità di François di trasporre le sue visioni nella terza dimensione. Nella scultura l'artista riesce a far coesistere tensioni materiche e contrasti concettuali in equilibrate composizioni, come accade in questa sorta di stele in legno ricoperta di carte, fogli e colore, dove pagine piegate sono state deposte con cura a scandire la superficie dell'opera, quasi a simboleggiare una lenta ma inesorabile ascesa verso l'alto. In tutti i lavori di François, il sedimentarsi dei diversi elementi diventa così il sedimentarsi del pensiero dell'artista. La loro accurata sovrapposizione schiude molteplici livelli di narrazione, generando uno spazio dinamico e palpitante. Di un'armonia e di un equilibrio impeccabili, queste opere si fanno meditazioni ancor più profonde sull'uomo e sulla sua capacità di vedere oltre la materialità delle cose, oltre la realtà. Si fanno microcosmi, accoglienti e insieme ammalianti, che sanno raccontare ed emozionare con rinnovata intensità.
di Alessia Brughera
2024
YouNique Fine Craft Art & Design
Lugano
Quinta edizione della mostra-mercato, tenutasi dal 22 al 24 marzo 2024 a Villa Ciani. François Bonjour era di nuovo presente come espositore in collettiva, insieme a una selezione internazionale di gallerie e artisti indipendenti. La sua partecipazione è attestata nell’elenco ufficiale degli artisti protagonisti del 2024, che include “Francois Bonjour” tra i nomi di rilievo.
2021
Scritture Dipinte
Biblioteca Cantonale - Lugano
2020
L'intelligenza segreta delle cose
Biblioteca dei Frati - Lugano / Catalogo
La mostra L'intelligenza segreta delle cose di François Bonjour, curata da Fabio Soldini e Alessandro Soldini, si è tenuta presso la Biblioteca Salita dei Frati a Lugano dal 13 febbraio al 28 marzo 2020. Il catalogo introduttivo mette in luce la lunga ricerca dell’artista nell’ambito del libro d’artista e della rivisitazione della pagina scritta come mezzo espressivo. Bonjour utilizza carte, libri antichi, frammenti di tessuto, spago, ferro, cera rossa e altri oggetti quotidiani, trasformandoli in opere che uniscono testo e immagine. Libri resi illeggibili e imprigionati nella cera o in gabbie di ferro, pagine sovrascritte con segni indecifrabili: i suoi lavori diventano “mappe” di un viaggio ideale alla ricerca di un significato nascosto, quell’intelligenza segreta delle cose suggerita dal titolo. Nei testi introduttivi si evocano riferimenti letterari – come il racconto Il libro di sabbia di Jorge Luis Borges – per sottolineare il carattere infinito e misterioso di queste opere, e si cita una poesia di Amedeo Anelli che invita a cercare il “disegno del mondo” celato nelle cose. L’artista stesso, nel testo La Biblioteca dei Segni, descrive il suo processo come una raccolta di frammenti di vita per salvare tracce e memorie che la frenesia del presente rischia di cancellare, invitando il pubblico a intraprendere con lui questo viaggio di scoperta.
2018
Must Gallery
Lugano
2017
Torchio di Sonvico
Sonvico
Il potere narrativo della materia
di Alessia Brughera
2015
Galleria Totem - Il Canale
Venezia
2015
Galleria Unique
Torino
2014
Gli Eroici Furori
Milano / Catalogo
2011
Le finestre incantate - Spazio Ambiente
Locarno / Catalogo
2010
Galleria Ostrakon
Milano / Catalogo
2010
Galleria Mazzi
Tegna / Catalogo
2009
Totem - Il Canale Mazzi
Venezia / Catalogo
2009
Galleria Bertoni
Zurigo / Catalogo
2008
Chiesa San Rocco
Ponte Capriasca / Catalogo
2008
Banca del Sempione
Chiasso / Catalogo
2007
Macelleria D'Arte
St. Gallo / Catalogo
2005
Compagnia del disegno
Milano / Catalogo
2004
Cavallier Pellanda - Antologica
Biasca / Catalogo
Il saggio critico di Claudio Guarda, L’attimo fuggente tra pittura e scrittura: capitolo di un percorso, accompagna l’opera di François Bonjour come una lettura retrospettiva e insieme attuale della sua ricerca artistica, vista come un lungo dialogo fra pittura, segno e parola. L’autore individua nella produzione più recente dell’artista una fase di rinnovata intensità espressiva, in cui confluiscono le esperienze precedenti — dagli esordi figurativi allo sperimentalismo polimaterico, fino alle sintesi astratto-liriche degli anni più maturi. Guarda analizza il percorso di Bonjour come una continua tensione tra forma e libertà, istinto e struttura, materia e segno. Il suo linguaggio pittorico, nato da un impulso gestuale e da un’urgenza poetica, si trasforma progressivamente in un sistema complesso di relazioni tra linee, colore, ritmo e spazio, capace di fondere la mobilità della pittura con la scansione temporale della scrittura. Ne emerge una pittura che riflette e assorbe la memoria del gesto, facendosi “scrittura visiva” e tempo dipinto. Il testo sottolinea inoltre come la ricerca di Bonjour si muova tra astrazione e figurazione, tra lirismo e rigore formale, trovando nella leggerezza del segno e nella densità materica i poli di un equilibrio dinamico. Nella sua ultima stagione l’artista sembra raggiungere una piena consapevolezza del proprio linguaggio: una pittura essenziale, libera, dove il ritmo diventa protagonista assoluto e la forma è trascesa in un gesto poetico che unisce musica, parola e immagine.
2004
Galleria "Fondazione Patelli"
Logarno / Catalogo
2004
Galleria "La colomba"
Lugano / Catalogo
2002
Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni
Lugano / Catalogo